Quest’anno ricorre il 50° anniversario del sessantotto, stagione di lotte e rivendicazioni apertasi nelle aule universitarie, che indubbiamente ha segnato una interruzione con il passato, mettendo in moto un cambiamento nella società.
Ci sono dei cambiamenti che si ottengono con battaglie anche lunghe e ci sono dei cambiamenti che si ottengono con un gesto unico. Forte. Che riesce a sfidare un intero sistema di credenze. E’ questo il caso di Franca Viola che ha detto “no” al matrimonio riparatore con l’uomo che l’ha stuprata. Appena diciassettenne, nel 1965 Franca venne rapita nella sua casa di Alcamo, dopo aver rifiutato le avances di Filippo Melodia, un mafioso locale. Lui la tiene segregata; poi la violenza.
L’istituto del matrimonio riparatore permetteva allo stupratore di una ragazza minorenne, che avesse acconsentito a sposare la donna violentata, di non essere considerato colpevole di violenza carnale. L’articolo era il n. 544 del Codice Penale e diceva:
“Per i delitti preveduti dal capo primo e dall’articolo 530, il matrimonio, che l’autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali”.
Franca Viola, sostenuta dal padre Bernardo, fa una cosa inusuale per l’epoca: cerca di cambiare le cose affidandosi alla giustizia. Sfidando la gente, quelli che erano i valori dell’epoca, in cui “l’onore” della famiglia contava più di una violenza. Il caso assume fin da subito una rilevanza non sono nazionale, ma anche internazionale. Filippo Melodia viene condannato, ma bisognerà aspettare il 1981 (pochissimo tempo fa) perché in Italia vengano abrogati il delitto d’onore e il matrimonio riparatore.
L’8 marzo del 2014 Franca Viola è stata nominata Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana da Giorgio Napolitano, perché “il suo coraggioso gesto di rifiuto è stato una tappa fondamentale nell’emancipazione delle donne italiane.”
Francesca Brunetti
Presidente Commissione Nazionale di Parità AICS