Irene, Giuseppe e Cinzia: sono loro i vincitori della 2° edizione. Raccontano dello sport come resilienza e rinascita

Sono Irene Banchi e Giuseppe Raguso per la categoria Under 18 e Cinzia Carotti per la categoria adulti i vincitori della 2° edizione del Premio Letterario “Raccontare lo sport”, voluto per avvicinare giovani e meno giovani all’analisi dei valori sportivi.

Nei loro racconti, emerge infatti chiaro il potere salvifico dello sport. Irene, 13enne di Firenze, racconta della sua amica Nora – coetanea con sindrome di Asperger – e di come lo sport l’abbia aiutata nella vita comune, assicurandole più forza e socialità. Giuseppe, 17enne pugliese, racconta del potere dello sport come accoglienza e condivisione della sconfitta e della sofferenza. Cinzia racconta se stessa e di come lo sport l’abbia aiutata ad affrontare il lutto per la perdita della madre.

Tre racconti potenti portati all’attenzione della 23esima Assemblea nazionale AiCS, celebrata a Catania il 12 e 13 dicembre scorsi. I tre vincitori sono stati premiati dal presidente nazionale AiCS e dato loro modo di leggere i tre scritti inediti che ora troveranno spazio sulle colonne di Presenza Nuova, rivista dell’Associazione.

Di seguito, tre passaggi nevralgici dei tre racconti inediti.

“Anch’io sogno di partecipare a gare e meeting sportivi, ma credo di avere ancora molta strada da fare… anche se, ripeto, le mie doti magiche sono infinite e forse devo solo trovare le strutture e le persone giuste e il gioco è fatto! …A volte mi sento diversa, ma poi penso che in verità, e per fortuna, siamo tutti diversi! …Siamo tutti pezzi unici con mille sfaccettature, quindi… il mondo è tuo, go go Nora!”
Irene Banchi, 13 anni

Viviamo in una società che ha cercato in tutti i modi di cancellare il dolore, di anestetizzarlo. Abbiamo smarrito il senso della fatica, il valore della costanza, il significato della rinuncia. Vogliamo tutto subito, e spesso, nell’ossessione di ottenere, perdiamo il senso di ciò che desideriamo. Ma nello sport non funziona così. Anche quando interviene la fortuna, anche quando qualcuno vince per meriti discutibili o per coincidenze favorevoli, lo sport continua a parlare la lingua dell’impegno. Ci ricorda che ogni traguardo ha una storia fatta di cadute, rinunce, sudore. E anche se il merito non viene sempre premiato, la perseveranza lascia un segno”.
Giuseppe Raguso, 17 anni

“Conto i respiri, le ripetizioni, i minuti sul cronometro. Conto per non perdermi, per restare dentro il ritmo che ho imparato a costruire. Ogni numero è un piccolo passo avanti, una misura del tempo che torna ad esistere. Ogni numero è un modo per dirmi ci sono. E forse è questo che lo sport fa davvero: ti costringe a esserci, a pesare il tuo corpo nel tempo, a ritrovare una misura. A contare – sì, anche fuori tempo massimo”
Cinzia Carotti, vincitrice premio Over 18