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Cultura

SPORT E CULTURA, CON AiCS E DANIELE MASALA VIAGGIO NELLA VITA DEI CAMPIONI. NACQUE OGGI FAUSTO COPPI

Settembre 12th, 2022

SPORT E CULTURA, CON AiCS E DANIELE MASALA VIAGGIO NELLA VITA DEI CAMPIONI. NACQUE OGGI FAUSTO COPPI

Fausto Coppi, nasce il 15 settembre 1919, da Domenico e Angiolina Boveri.

La vita

Incomincia a lavorare a Novi Ligure come garzone in una salumeria, ed è a Novi che incontra Biagio Cavanna, il famoso massaggiatore cieco e ‘santone’ del ciclismo, che tanta parte avrà nella sua trionfale carriera.

La carriera

Fausto disputa la sua prima gara nel luglio del 1937, sul circuito di Boffalora, e nell’estate dell’anno successivo centra la sua prima vittoria, a Castelletto d’Orba. Nel 1939 partecipa ad una corsa a Pavia; in quell’occasione il giovane Fausto conferma le sue eccelse doti senza tradire le aspettative e, come previsto, vince e all’inizio della stagione seguente passa al professionismo, diventando gregario di Gino Bartali alla Legnano. Nel 1940, all’esordio al Giro d’Italia, Coppi dovrebbe limitarsi ad aiutare il suo capitano Bartali, il quale però cade durante le prime tappe ed appare fuori gioco per la vittoria finale. Fausto ha così via libera e s’impone di forza nella tappa Firenze-Modena conclusa in modo trionfale. Conquista la maglia rosa e la difende sino a Milano, risultando così il più giovane vincitore del Giro, conquistato a soli vent’anni. Due anni dopo al velodromo Vigorelli stabilisce il nuovo record dell’ora. L’impresa è compiuta in un clima surreale: il pericolo di bombardamenti spinge gli organizzatori a comunicare un orario falso per evitare assembramenti, e gli spalti rimangono quindi semivuoti. Ma la guerra tarpa le ali al giovane campione: mandato in Africa con la fanteria (Divisione Ravenna) è fatto prigioniero dagli inglesi. Al seguito delle truppe britanniche, come attendente di un capitano, rientra in Italia nel 1945 e viene tesserato dalla Sezione Ciclismo della S.S. Lazio, con la quale corre alcune gare. Nel 1946 nasce il leggendario binomio “Fausto Coppi-Bianchi”, Fausto indosserà per un decennio la famosa casacca bianco-celeste, la maglia di tutte le sue più celebrate imprese. L’arrivo alla Bianchi dà immediatamente i suoi frutti: vince la sua prima Milano-Sanremo con un’epica fuga con ben 14 minuti di vantaggio sul secondo classificato, in seguito quindi si aggiudica tre tappe al Giro (vinto da Bartali), il Grand Prix des Nations, il Circuito di Lugano e, nel finale di stagione il suo primo Giro di Lombardia. Nel 1947, a sette anni di distanza dal primo successo, vince nuovamente il Giro d’Italia. Nel 1948 Fausto centra la seconda accoppiata Sanremo-Lombardia. Il 1949 è l’anno della definitiva consacrazione internazionale. Fausto vince ancora una volta la Sanremo e il giro di Lombardia, e al Giro firma quella che resterà la sua impresa più celebre, con 192 chilometri di fuga nella tappa Cuneo-Pinerolo; il giornalista Mario Ferretti apre la sua radiocronaca con una frase entrata nella storia del ciclismo: “Un uomo solo è al comando; la sua maglia è bianco-celeste; il suo nome è Fausto Coppi”. Conquistato il terzo Giro, affronta il suo primo Tour de France: nessun corridore è mai riuscito a centrare la doppietta Giro-Tour nello stesso anno. Fausto parte molto male, perdendo più di mezz’ora nelle prime tappe.

Poi come d’incanto risorge, dominando le due lunghissime cronometro e staccando tutti alla sua maniera nella tappa Briançon-Aosta. È il trionfo definitivo, e in Francia nasce il mito di “Fostò”. Al Mondiale di Copenaghen, su un tracciato adatto a velocisti puri, si piazza terzo dopo il principe delle volate Van Steenbergen e lo svizzero Kübler. Il 1950 inizia in maniera sfolgorante, con i successi alla Parigi-Roubaix e alla Freccia Vallone. Ma la sfortuna colpisce Coppi forse nel momento migliore della carriera: alla nona tappa del Giro, un corridore che gli è davanti sbanda e Fausto cade; all’ospedale di Trento la diagnosi è senza appello: frattura tripla del bacino e stagione finita.
Il destino si accanisce poi nel 1951 con la scomparsa del fratello Serse, tragedia che segna Fausto nel profondo. Dopo un discreto Giro, terminato con due vittorie di tappa, partecipa al Tour con la morte nel cuore. Nella tappa di Montpellier attraversa una crisi spaventosa, da cui riesce a risollevarsi solo grazie all’aiuto dei fedeli compagni di squadra. Si riprende nel finale del Tour, dimostrando a tutti di essere ancora lui e conquistando la tappa alpina da Gap a Briançon.
Nel 1952, lasciata la cattiva sorte alle spalle e nel pieno della sua maturità agonistica, Fausto mette il sigillo su un’altra fenomenale annata, riuscendo a ripetere la doppietta del 1949: vince tre tappe e classifica finale al Giro d’Italia e addirittura cinque tappe al Tour, portando nuovamente la maglia gialla sino a Parigi. Il 1953 è l’anno della quinta vittoria al Giro ma è soprattutto l’anno del trionfo al Campionato del Mondo: sul difficile circuito di Lugano, Coppi fa letteralmente il vuoto, vittoria questa che segna il punto più alto della sua carriera, ma è anche l’inizio della parabola discendente.
Nel 1954 l’ultima grande vittoria: il Giro di Lombardia, per la quinta volta.

Nel 1955 appare di nuovo in ottima forma: vince il suo quarto Campionato italiano su strada, si piazza secondo nel Giro e nella Parigi-Roubaix, e coglie la sua ultima affermazione in una corsa in linea, al Giro dell’Appennino. Nel 1957, con la maglia della Carpano-Coppi, l’ultimo trionfo in assoluto, al Trofeo Baracchi. Nel 1959 nasce il progetto della “San Pellegrino”: una nuova formazione diretta da Gino Bartali, che dovrebbe avere come capitano proprio Fausto. I due grandi rivali sotto la stessa bandiera, come vent’anni prima. Nel dicembre del 1959, subito dopo essere stato ingaggiato dalla squadra appena costituita dall’amico ed ex-rivale Gino Bartali, Coppi partecipa con alcuni amici ciclisti francesi a una corsa nel Burkina Faso, in occasione dei festeggiamenti per l’indipendenza del paese. Nei giorni successivi prende parte a una battuta di caccia, dove contrae la malaria. Al ritorno in Italia le condizioni del campione si aggravano ulteriormente ed entra in coma. Non riprende più conoscenza e muore alle 8.45 del 2 gennaio 1960, a poco più di quarant’anni. Eccellente passista e scalatore, forte anche in volata, Coppi vinse complessivamente 122 corse in carriera. Indossò per 31 giorni la maglia rosa e per 19 giorni la maglia gialla! L’Airone, così soprannominato da tutti, viene ricordato come il ciclista più popolare ma soprattutto il più grande di tutti i tempi.

Palmares:

  • 5 Giri d’Italia
    • 2 Tour de France
    • 1 Campionato del mondo su strada
    • 3 Milano-Sanremo
    • 1 Parigi-Roubaix
    • 5 Giri di Lombardia
    • 1 Freccia Vallone
    • 4 Campionati italiani su strada
    • 4 Giri dell’Emilia
    • 3 Giri di Romagna
    • 3 Giri del Veneto
    • 3 Tre Valli Varesine
    • 22 vittorie di tappa al Giro d’Italia (31 giorni in maglia rosa)
    • 9 vittorie di tappa al Tour de France (19 giorni in maglia gialla)
    • Record dell’ora su pista

 

Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala, giornalista e campione olimpico 
(Foto FCI)

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