In decine dall’Italia e dall’estero, specie dalla Polonia: due giorni di lezioni con i maestri Montevecchi, Visentini e Albanese
Formazione Aikido di eccellenza, in AiCS. Nell’ultimo fine settimana di maggio, AiCS ha promosso uno STAGE INTERNAZIONALE che, grazie all’organizzazione del M° Ugo Montevecchi, è stato coronato dal successo ed ha visto un’affluenza rilevante di praticanti giunti da varie parti d’Italia e dall’estero, in particolare dalla Polonia.
L’evento che ha visto alternarsi su un tatami gremito i componenti della Commissione Tecnica Nazionale: il M° Ugo Montevecchi per AIKIKAI d’Italia, il M° Renato Visentini per il TAKEMUSU AIKI di Iwama, e il M° Antonio Albanese per l’AIKIDO KOBAYASHI.
Poter studiare gli insegnamenti di O’Sensei da tre punti di vista differenti nello stesso contesto è un’opportunità che non capita molto spesso e che quindi definirei imperdibile.
I maestri, grandi motivatori, forti di una lunga esperienza impossibile da non constatare, hanno sfoggiato (permettetemi il verbo) con la massima naturalezza, attraverso la propria didattica, una competenza, una padronanza della materia ed una personalità ammirevoli.
Nello svolgimento delle lezioni abbiamo visto porre l’accento su vari aspetti della nostra tanto amata arte, per menzionarne alcuni: prestanza atletica, abilità tecnica, fluidità, awase e, ovviamente, marzialità.
Immancabile il sostegno da parte degli yudansha nei confronti dei meno esperti e, il supporto del M° Chierchini che gentilmente si è offerto come traduttore, ha permesso anche ai partecipanti stranieri di comprendere le spiegazioni fornite e quindi spaziare tra kata, suburi, e tecniche, sia relativamente semplici che più elaborate.
L’Aikido è indubbiamente un’arte complessa, ed è per questo che ci può accompagnare tutta la vita: l’evoluzione ed il miglioramento sono sempre possibili, non smettiamo mai di imparare e di gioire dei nostri progressi!
Proprio grazie a questo tipo di stage che veniamo messi alla prova: tutti noi abbiamo ricercato nelle tecniche di ogni maestro quei movimenti a noi familiari e distinto quelli non lo erano, ma alcuni di noi erano pronti a sfidare una didattica diversa, altri non ancora. E’ lungo il percorso per acquisire interiormente gli innumerevoli movimenti e far si che il proprio corpo ricordi senza doverli pensare; qui invece andavano messi da parte. Sul tatami quindi, abbiamo potuto constatare, a livello di studio, a che punto del proprio percorso ci trovavamo, alcuni esprimevano difficoltà e movimenti impacciati, altri erano concentrati proprio su queste differenze riuscendo, con più o meno successo, a superare la difficoltà.
Masakatsu agatsu katsuhayabi, la vera vittoria è la vittoria su se stessi!
Nadia Valeruz
IV Dan, Takemusu Aiki