Angelo Bergamini ha 74 anni, vive a Predappio (nel Forlivese), un passato da pittore, un presente sempre verde da sportivo. Fa sport da sempre e la sua prima gara risale a 60 anni fa. Ai campionati di atletica AiCS (il memorial Mennea che si è tenuto a Forlì lo scorso week end nell’ambito della kermesse VerdeAzzurro) ha vinto tutto: oro nel salto in lungo, argento nei 200 metri, bronzo nel getto del peso. “E non ero tanto convinto di gareggiare: non mi ero allenato troppo”, dice lui. Ma le idee ce le ha chiarissime: “Non immagino la mia vita senza lo sport, sul campo di atletica, siamo tutti uguali: non ho età e i più giovani per me sono solo atleti. Siamo tutti solo atleti”.
Angelo ha occhi azzurrissimi e fisico asciuttissimo e zaino in spalla: non ha mai avuto la televisione, si muove solo in autobus, divora libri e poi si allena, si allena, si allena. L’atletica, la sua passione. Gli sport che preferisce, dice, sono quelli “arcaici e futuribili al tempo stesso: a chi ha inventato l’atletica, servirebbe fare un monumento. Pensate alla corsa o al lancio del peso, o al salto: ricordano movimenti vitali e arcaici per l’uomo, non moriranno mai. Io li trovo affascinanti e bellissimi”.
Angelo però non ha iniziato con l’atletica. A 16 anni, la sua prima gara su in sollevamento pesi. “Ma in realtà – racconta Angelo – ho sempre fatto diverse cose contemporaneamente. In questo mondo non immagino la mia vita senza lo sport. La mia vita dall’atletica è imprescindibile. I giovani che la frequentano, cambiano: non sono quelli che vediamo in giro: diventano adulti prima. Quando sono nel campo di atletica sono in un altro mondo: mi sento perfettamente a mio agio, come fossi a casa mia”. Un posto al sicuro, dice Angelo, “fuori dalle leggi del mondo. Lì non c’è età. Come se non ci fosse il tempo. Nel campo di atletica mancano quelle cose che caratterizzano l’uomo nei suoi aspetti peggiori, tra cui l’età. Tutto il male che caratterizza l’uomo sul campo di atletica non c’è”.
p.c.