“Era necessario arrivare a una norma che definisse le caratteristiche del progettista sociale e che ne regolamentasse la figura – commenta Maurizio Marcassa, responsabile del Terzo settore per Aics -. Aics da tempo si affida a professionisti del settore per dare un piano programmatico chiaro nei propri interventi sociali, ma anche per ricercare nuove forme di finanziamento, sempre più necessarie per chi si propone come soggetto attivo di politiche sociali. La norma non riguarda solo enti come Aics ma tutti i cittadini, dunque, che beneficiano della progettazione sociale che Associazioni come la nostra rivolgono per lo più a giovanissimi, ad anziani, a fasce socialmente deboli”.
PROGETTAZIONE SOCIALE, ARRIVA LA PRIMA NORMA IN ITALIA E IN EUROPA

L’obiettivo è inquadrare i requisiti della figura del progettista sociale, Aics soddisfatta: figura sempre più necessaria per il terzo settore, bene venga disciplinata
È la prima norma in Italia e in Europa sulla progettazione sociale e definisce i requisiti base di “conoscenza, abilità e competenza” che deve possedere il progettista sociale, figura chiave in ogni realtà non profit, dal welfare al tempo libero, che fino ad oggi non era regolamentata.
La noma tecnica UNI 11746, pubblicata pochi giorni fa, arriva dopo sei anni di studio in coordinamento con UNI, l’Ente Italiano di Normazione, e una lunga fase di confronto tra tutte le parti interessate, il Forum Nazionale del Terzo Settore, PMI® Central Italy Chapter, Ministero del Lavoro/ANPAL e Associazione Italiana Progettisti Sociali-APIS.
Perché è stato necessario attivare un processo di codifica e regolamentazione della professione? Dall’associazione che si occupa di accogliere le persone con disabilità a quella impegnata nella sensibilizzazione ambientale, insomma in qualsiasi ambito di politica sociale, realizzata da servizi pubblici, privati e dal Terzo Settore, il progettista sociale è il professionista che non può mancare mai, perché non si dà missione sociale senza progettazione sociale.
La norma UNI 11746, oltre a definire i processi e le attività che caratterizzano la progettazione sociale, identifica le competenze richieste e i requisiti formativi e di apprendimento minimi per accedere alla professione del progettista sociale. A dimostrazione di un profilo fortemente eclettico, le conoscenze e le abilità richieste al progettista sociale attraversano diversi campi di specializzazione sociale, economica e gestionale: dalle tecniche di reportistica sociale alla conoscenza della normativa di riferimento, dai metodi di lavoro di rete a elementi di diritto amministrativo, dalle metodologie di project management alle tecniche di pianificazione finanziaria e molto altro.
Tra i requisiti di accesso sono indicati: laurea triennale a indirizzo sociale, accompagnata da un’esperienza triennale in attività di elaborazione e presentazione di progetti e da un’esperienza biennale di coordinamento e gestione progettuale. Questi requisiti formativi possono essere, in assenza di una formazione universitaria, sostituiti da un’esperienza più lunga in ambito di elaborazione, coordinamento e gestione progettuale.