Nella conferenza conclusiva del progetto europeo AiCS “Outsport”, presentati i dati della ricerca sulle discriminazioni in ambito sportivo e le linee guida di formazione per educatori, allenatori, insegnanti di educazione fisica e dirigenti sportivi
Si è tenuta a Budapest lo scorso 8 novembre la Conferenza conclusiva del progetto Outsport contro l’omofobia e la transfobia nello sport. Coordinato da AiCS, il progetto ha ricevuto il sostegno della Commissione Europea e avuto come partner la German Sport University di Colonia, che ha curato la parte scientifica e di ricerca, e altre associazioni da Scozia, Austria e Ungheria.
Ad accogliere i partecipanti all’incontro di Budapest il neo eletto sindaco del VII distretto della capitale ungherese, Péter Niederm?ller.
“Progetti come Outsport – ha detto in apertura Marisa Fernández Esteban, a capo della Sport Unit, del Directorate-General for Education, Culture, Youth and Sport della Commissione Europea – che puntano a contrastare omofobia e transfobia nello sport attraverso la ricerca scientifica, la comunicazione e la formazione, ci aiutano a creare società più inclusive e resilienti”.
Sono stati quindi presentati i risultati della ricerca : oltre 5.500 partecipanti al questionario dai 28 paesi UE che hanno per la prima volta raccontato l’esperienza diretta delle persone Lgbti nello sport. Per il 90% dei rispondenti l’omofobia e la transfobia nello sport sono un problema attuale. Ijl 20% ha rinunciato a praticare una disciplina sportiva a causa del proprio orientamento sessuale o identità di genere, il 16% di chi pratica sport denuncia di aver subito un atto di discriminazione omo-transfobico negli ultimi 12 mesi. Percentuale che sale al 46% per le donne trans. La maggior parte delle persone non denuncia quanto subito o visto e molti non saprebbero neppure a chi rivolgersi. Episodi discriminatori sono segnalati persino da chi pratica all’interno di organizzazioni sportive Lgbti. La ricerca ha sviluppato dei focus specifici con degli opuscoli più dettagliati per ciascuno dei cinque paesi del progetto, tra cui l’Italia disponibili assieme a tutto l’altro materiale prodotto e al report completo sul sito www.ou-sport.eu.
Altro strumento realizzato è il manuale di formazione per educatori, allenatori, insegnanti di educazione fisica e dirigenti sportivi che basandosi sulla metodologia dell’Educazione non formale attraverso lo sport, offre consigli ed esercizi pratici per utilizzare le potenzialità della pratica sportiva come strumento di inclusione e di contrasto alle discriminazioni, agli stereotipi e alle violenze fondate su identità di genere e orientamento sessuale.
I partner di Outsport hanno raccomandato al Working Party on Sport del Consiglio dell’Unione Europea l’inclusione esplicita delle questioni relative alle persone Lgbti e alla discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere nel prossimo Piano Europeo per lo Sport, impegnandosi nel dialogo con tutte le istituzioni, associazioni e ONG coinvolte sul tema. Per Rosario Coco, coordinatore del progetto: “Dopo i risultati prodotti, queste raccomandazioni sono una sfida chiave per produrre un impatto concreto sulle politiche dello sport in Europa a tutti i livelli dalle organizzazioni amatoriali alla pratica professionistica”.
Per altre informazioni, clicca qui .