L’attività di AiCS non si ferma, ma trova nuove forme: e persino i progetti transnazionali proseguono preservando il distanziamento sociale. E’ il caso di Bridges, progetto che in Europa si prefigge di combattere contro xenofobie e discriminazioni promuovendo la coesione sociale delle comunità migranti.
Oltre i confini
Il progetto – cofinanziato dalla Commissione Eu e di cui AICS è capofila, con 9 partner da 5 Paesi differenti – per le recenti misure di contenimento del covid-19, ha visto cancellare il terzo meeting transnazionale di marzo che avrebbe dovuto svolgersi a Salonicco.
La riunione e le attività transnazionali sono state recentemente riconvertite in un percorso online di riunioni collettive e riunioni di gruppo:
il progetto, insomma va avanti!
I rappresentanti dei partner del progetto sono infatti tutti sottoposti alle varie misure di distanziamento e di isolamento: d’altronde, Grecia, Croazia, Austria, Spagna e Italia sono Paesi dove l’allerta nazionale è ancora alta. I partecipanti alle riunioni sono 18, tra manager e community organiser delle organizzazioni partner di AICS, tra cui organizzazioni di sport per tutti, ONG e amministrazioni comunali.
Il progetto
Con l’obiettivo di creare comunità locali di migranti e cittadini autoctoni che organizzino in maniera condivisa eventi sportivi, iniziative culturali e di volontariato a beneficio di tutta la comunità, il progetto vede nella coesione sociale della comunità la propria missione.
I rappresentati delle varie organizzazioni hanno considerato che proprio in questo momento in cui nei vari Paesi il distanziamento fisico sta avendo un forte impatto sulla vita delle persone, la costruzione di comunità intesa come assetto delle interazioni non si è interrotta.
Il distanziamento è fisico e non interattivo (sociale), e attraverso gli strumenti che abbiamo a disposizione, quelli digitali, il progetto BRIDGES che si occupa di coesione sociale può continuare a fare la propria parte per tutte le reti che nei Paesi europei dove stiamo intervenendo sono state costruite: il tutto, per sostenerle e rafforzarle e per offrire occasione alla popolazione di dare valore alle connessioni che sono state create, anche per sperimentare vicinanza sociale dove oggi vi è distanziamento fisico, e per condividere ora che il presente ci consegna segni di allerta e di emergenza come intendiamo costruire il futuro come comunità, a prescindere dalle nostre origini.
Verso il futuro
Le valutazioni, pertanto, che stanno emergendo sono quelle di ridiscutere con la Commissione Europea la riconversione di alcune attività progettuali per riprogrammarle secondo le esigenze odierne, per permettere di utilizzare una grande emergenza come quella che stiamo vivendo come occasione di fare comunità.
(Nella foto, la riunione tra i partner nel “ritorno” all’interazione sociale fisica)
PS nello screen shot – abbiamo scattato la foto del modo in cui ognuno di noi celebrerà il ritorno alla interazione sociale fisica