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«In spiaggia o nei mercati, tra un banco e l’altro, è piuttosto facile trovare borsette contraffatte, molto simili alle originali. Cosa rischio se, come privato, ne acquisto una?»
Il consumatore che acquista merce contraffatta, come le borsette griffate false, innanzitutto rischia una multa salata e la confisca. L’art. 1 comma 7 del D.L. n. 35 del 2005, infatti, stabilisce che: “É punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 100 euro fino a 7.000 euro l’acquirente finale che acquista a qualsiasi titolo cose che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per l’entità del prezzo, inducano a ritenere che siano state violate le norme in materia di origine e provenienza dei prodotti ed in materia di proprietà industriale”. Se, poi, ad acquistare il falso non è il semplice consumatore-acquirente ma è, invece, un commerciante o un professionista la sanzione amministrativa pecuniaria sale parecchio: da un minimo di 20.000 euro fino ad 1 milione di euro.
Attenzione: dire “non lo sapevo” non funziona. La legge, infatti, pone precisi obblighi di verifica in capo all’acquirente, il quale è tenuto ad accertare la provenienza ed il carattere lecito dei beni acquistati. Pertanto, al pari di un acquirente intenzionale, anche colui che acquista beni contraffatti inconsapevolmente, ma che avrebbe potuto scoprire l’origine illecita della merce se avesse usato l’ordinaria diligenza, è punito con la sanzione pecuniaria da 100 a 7.000 euro. È invece esente da responsabilità chi, pur prestando attenzione a tutte le circostanze del caso concreto (la qualità del prodotto, la condizione di chi lo offre in vendita e l’entità del prezzo), non poteva ragionevolmente rendersi conto della natura contraffatta dei beni comprati. La lotta alla contraffazione deve quindi partire dalla lotta all’indifferenza e all’incoscienza del consumatore.
Oltre alla sanzione individuale e alla confisca, bisogna considerare il danno che subisce la società e l’economia nazionale, che ha una pesante ricaduta su tutti i cittadini, indistintamente. In particolare nella pelletteria il falso costa caro: la contraffazione delle sole borsette da donna vede un giro di affari da oltre 1 miliardo. L’Associazione Italiana Manifatturieri Pelli e Succedanei (AIMPES) ha calcolato che il fatturato dell’industria del falso è pari a circa un terzo del fatturato annuo del settore, un vero e proprio sabotaggio al Made in Italy. Insomma, acquistare merce contraffatta, oltre a causare un danno alla collettività e alle aziende che operano nel rispetto delle leggi e dei diritti dei lavoratori, alimenta il mercato illegale spesso connesso con la criminalità organizzata. Non ultimo, l’acquisto di borse, portafogli, cinture o valigie false espone il consumatore al rischio di sanzioni (come detto) ma anche di danni per la salute, visto che nella produzione di merce contraffatta sono utilizzati anche agenti nocivi (come i conservanti organoclorurati).
DOVE MI INFORMO? – Confconsumatori ha realizzato un Vademecum aggiornato sulla contraffazione della pelletteria nell’ambito del progetto “Io Sono Originale” finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. La breve guida, in italiano e inglese offre tanti spunti interessanti per riconoscere e denunciare merce contraffatta.
Il Vademecum e altre guide realizzate nell’ambito del progetto riguardanti tipologie di prodotti diversi sono disponibili online e verranno distribuite anche nell’ambito della campagna informativa che prende il via dal 24 giugno con flash mob e road show in tutta Italia.
Rubrica a cura di
Bianca Maria Sarti
Ufficio Stampa Confconsumatori