Presentati i risultati dei progetti “Youth drop in sport” e “PlayInc4Kids”

Accessibilità e inclusione, nello sport, non si attuano davvero senza una reale analisi dei bisogni e senza adeguata formazione. Per questo, alla quinta edizione del Forum mondiale dello sport amatoriale “Sport Impacts All” – tenutosi a San Marino il 16 ottobre scorso ad apertura dei lavori congressuali della CSIT  Confederazione mondiale dello sport amatoriale -, AiCS ha portato sul palco le sue buone pratiche europee nell’ambito della lotta al drop out sportivo dei giovani e dell’inclusione dei bambini e delle bambine con disabilità.

Concepito per mettere in luce l’impatto sociale, sanitario, economico ed educativo dello sport amatoriale, obiettivo del Forum nel tempo è diventato quello di dimostrare il valore delle iniziative di base per promuovere il benessere e l’uguaglianza, rafforzando al contempo la coesione sociale tra le comunità.

Il Forum si è aperto con i saluti istituzionali della Repubblica di San Marino e una sessione principale incentrata su “Piccole nazioni, grande impatto – San Marino come caso di studio”. Le sessioni successive hanno quindi esplorato come lo sport amatoriale possa rafforzare l’inclusione dei giovani, promuovere la sostenibilità negli eventi e sostenere la costruzione di comunità. Da qui, le esperienze e buone pratiche europee, compresi i risultati dei progetti finanziati dall’UE Youth Drop-In Sport e PlayInc4Kidsentrambi coordinati dall’ufficio di progettazione internazionale di AiCS, guidato da Valeria Gherardini. I due progetti, nel dettaglio, sono coordinati da Fabio Neroni (Youth Drop In Sport) e Cosimo Renzi (PlayInc4Kids)

Youth Drop-In Sport, cofinanziato dall’Unione Europea, affronta il tema dell’abbandono sportivo giovanile con un approccio educativo e partecipativo. Nato nel 2024 nell’ambito del programma Erasmus+ Sport, coinvolge 4 organizzazioni sportive di base, una confederazione sportiva internazionale (la CSIT, appunto) e l’ ente governativo italiano di promozione, ricerca e formazione in ambito sportivo – Sport e Salute Spa. L’obiettivo è analizzare le cause del drop-out tra i 13 e i 19 anni, elaborare Linee Guida europee per prevenirlo e testarle in 8 attività pilota in Italia, Francia, Germania e Spagna. Dalla ricerca, che ha coinvolto 1.649 studenti, insegnanti e allenatori, emerge che divertimento, motivazione intrinseca e sostegno familiare sono i principali fattori che favoriscono la continuità sportiva, mentre mancanza di tempo, pressione scolastica e perdita di interesse ne determinano l’abbandono. È stato inoltre evidenziato che il “dire no” a uno sport non equivale necessariamente ad abbandonare l’attività motoria, ma può rappresentare una scelta di adattamento, che richiede accompagnamento e ascolto. In sostanza, la ricerca mette in luce che il ruolo degli allenatori e dell’ambiente sportivo è decisivo: le loro competenze relazionali, comunicative ed educative incidono direttamente sulla motivazione e sulla permanenza dei giovani nello sport. Un ambiente accogliente e un allenatore capace di creare fiducia e divertimento diventano i fattori più efficaci per contrastare il drop-out. Le Linee Guida elaborate dal progetto, sintetizzano raccomandazioni volte a promuovere un approccio multisportivo, rafforzare formazione, inclusione, collaborazione tra scuola e club e promozione di modelli positivi, delineando un sistema sportivo in cui la qualità delle relazioni e del protagonismo giovanile è la chiave per mantenere i giovani attivi e motivati.

PLAYINC4KIDS è un progetto europeo – promosso e coordinato anch’esso da AiCS con la collaborazione dell’Università di Bologna e altre 6 organizzazioni tra cui la stessa CSIT. Nasce dal precedente progetto Playinc (2021-2022) per rispondere al bisogno di un metodo condiviso per testare pratiche sportive inclusive, permettendo a bambini e bambine con e senza disabilità (6-13 anni) di giocare e fare sport insieme.  Il progetto si fonda su due pilastri: l’inclusione sociale, che significa “giocare insieme”, e l’ambiente sportivo di base, che coinvolge bambini, genitori e allenatori. Gli obiettivi sono promuovere l’inclusione sociale, formare allenatori capaci di creare contesti sportivi inclusivi e sviluppare competenze educative e di vita attraverso il gioco. Coinvolge 16 allenatori delle organizzazioni partner e 160 bambini con o senza disabilità. Le attività, tuttora in corso, prevedono la progettazione metodologica (che comprende l’indagine dei bisogni), lo sviluppo delle competenze, la sperimentazione e la valutazione del metodo PlayIc4Kids, con moduli formativi online, workshop internazionali e 8 programmi sportivi inclusivi. L’indagine dei bisogni – condotta dall’Università di Bologna –, nel dettaglio, ha analizzato le diverse prospettive di genitori e allenatori e messo in luce come i bisogni principali riguardino le capacità comunicative dei tecnici sportivi,  la conoscenza delle disabilità e la capacità di adattare le attività sportive alle varie disabilità perché siano realmente inclusive.

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Presentati i risultati dei progetti “Youth drop in sport” e “PlayInc4Kids”

Accessibilità e inclusione, nello sport, non si attuano davvero senza una reale analisi dei bisogni e senza adeguata formazione. Per questo, alla quinta edizione del Forum mondiale dello sport amatoriale “Sport Impacts All” – tenutosi a San Marino il 16 ottobre scorso ad apertura dei lavori congressuali della CSIT  Confederazione mondiale dello sport amatoriale -, AiCS ha portato sul palco le sue buone pratiche europee nell’ambito della lotta al drop out sportivo dei giovani e dell’inclusione dei bambini e delle bambine con disabilità.

Concepito per mettere in luce l’impatto sociale, sanitario, economico ed educativo dello sport amatoriale, obiettivo del Forum nel tempo è diventato quello di dimostrare il valore delle iniziative di base per promuovere il benessere e l’uguaglianza, rafforzando al contempo la coesione sociale tra le comunità.

Il Forum si è aperto con i saluti istituzionali della Repubblica di San Marino e una sessione principale incentrata su “Piccole nazioni, grande impatto – San Marino come caso di studio”. Le sessioni successive hanno quindi esplorato come lo sport amatoriale possa rafforzare l’inclusione dei giovani, promuovere la sostenibilità negli eventi e sostenere la costruzione di comunità. Da qui, le esperienze e buone pratiche europee, compresi i risultati dei progetti finanziati dall’UE Youth Drop-In Sport e PlayInc4Kidsentrambi coordinati dall’ufficio di progettazione internazionale di AiCS, guidato da Valeria Gherardini. I due progetti, nel dettaglio, sono coordinati da Fabio Neroni (Youth Drop In Sport) e Cosimo Renzi (PlayInc4Kids)

Youth Drop-In Sport, cofinanziato dall’Unione Europea, affronta il tema dell’abbandono sportivo giovanile con un approccio educativo e partecipativo. Nato nel 2024 nell’ambito del programma Erasmus+ Sport, coinvolge 4 organizzazioni sportive di base, una confederazione sportiva internazionale (la CSIT, appunto) e l’ente governativo italiano di promozione, ricerca e formazione in ambito sportivo – Sport e Salute Spa. L’obiettivo è analizzare le cause del drop-out tra i 13 e i 19 anni, elaborare Linee Guida europee per prevenirlo e testarle in 8 attività pilota in Italia, Francia, Germania e Spagna. Attraverso un’ampia indagine (1.649 partecipanti tra studenti, insegnanti e coach), il progetto ha evidenziato che divertimento, motivazione intrinseca e sostegno familiare sono fattori chiave per la partecipazione duratura, mentre mancanza di tempo, interesse e pressione scolastica sono le principali cause di abbandono. Le linee guida propongono 8 raccomandazioni su multisport, motivazione, flessibilità, formazione degli allenatori, empowerment giovanile, salute mentale, collaborazione scuola-club e valorizzazione di modelli positivi.

PLAYINC4KIDS è un progetto europeo – promosso e coordinato anch’esso da AiCS con la collaborazione dell’Università di Bologna e altre 6 organizzazioni tra cui la stessa CSIT. Nasce dal precedente progetto Playinc (2021-2022) per rispondere al bisogno di un metodo condiviso per testare pratiche sportive inclusive, permettendo a bambini e bambine con e senza disabilità (6-13 anni) di giocare e fare sport insieme.  Il progetto si fonda su due pilastri: l’inclusione sociale, che significa “giocare insieme”, e l’ambiente sportivo di base, che coinvolge bambini, genitori e allenatori. Gli obiettivi sono promuovere l’inclusione sociale, formare allenatori capaci di creare contesti sportivi inclusivi e sviluppare competenze educative e di vita attraverso il gioco. Coinvolge 16 allenatori delle organizzazioni partner e 160 bambini con o senza disabilità. Le attività, tuttora in corso, prevedono la progettazione metodologica (che comprende l’indagine dei bisogni), lo sviluppo delle competenze, la sperimentazione e la valutazione del metodo PlayIc4Kids, con moduli formativi online, workshop internazionali e 8 programmi sportivi inclusivi. L’indagine dei bisogni – condotta dall’Università di Bologna –, nel dettaglio, ha analizzato le diverse prospettive di genitori e allenatori e messo in luce come i bisogni principali riguardino le capacità comunicative dei tecnici sportivi,  la conoscenza delle disabilità e la capacità di adattare le attività sportive alle varie disabilità perché siano realmente inclusive.

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