
A novant’anni esatti da quella impresa, Castelvecchio non dimentica. Sabato 24 maggio nella sala Padre Pio, la comunità – guidata da AiCS – si è raccolta attorno alla memoria collettiva di quel giorno, per trasformarla in occasione di riscoperta e progetto. Le associazioni Circolo Salvemini, Lacetelene, Pro Loco, con il sostegno di AICS Abruzzo e Fondazione Carispaq, hanno quindi promosso una giornata commemorativa che non vuole essere solo celebrazione, ma anche racconto vivo e riflessione civile.
Si sono alternate diverse testimonianze del tempo e per l’occasione, è stata realizzata un’opera grafica numerata, consegnata ai familiari dei minatori a ricordo dell’evento. Ma non finisce qui. L’iniziativa si apre anche ai più piccoli: un concorso creativo dedicato ai bambini, ispirato al tema “Il paese dei minatori”, per legare la memoria al futuro e trasmettere un senso di appartenenza ai nuovi abitanti del borgo. Il paese che fu dei minatori oggi è attraversato da domande cruciali: come si può riabitare questo territorio? Quali sono i segni ancora visibili di quella cultura del lavoro e del sacrificio? Come trasformare una memoria forte in energia di coesione e visione? Castelvecchio diventa così metafora di tanti borghi italiani, in bilico tra spopolamento e resistenza, tra abbandono e rinascita. Un piccolo paese che si interroga sul futuro a partire dalla sua storia. Un racconto che merita di essere ascoltato, documentato e condiviso.


