
Gli inizi
Cresciuto in una famiglia milanese, Sandro si avvicinò alla boxe da ragazzo nei circoli sportivi cittadini. Sin dalle prime gare nelle categorie giovanili mostrò ottimi fondamentali, un talento naturale per il movimento del tronco e una grande capacità di leggere l’avversario.
La sua carriera da dilettante fu brillante, tanto da guadagnarsi un posto nella nazionale italiana.
Il grande risultato olimpico
Nel 1960 partecipò alle Olimpiadi di Roma, una delle edizioni più memorabili per l’Italia. Nella categoria dei superleggeri ottenne una splendida medaglia d’argento, perdendo solo in finale contro il formidabile Clemente García.
Quell’argento lo rese uno dei protagonisti della grande stagione olimpica del pugilato italiano, che vide emergere figure come Nino Benvenuti e Franco De Piccoli.
Il passaggio al professionismo
Lopopolo passò professionista nel 1961, portando con sé uno stile molto tecnico, basato su ritmo, precisione, mobilità e difesa accorta. Non era un picchiatore puro, ma un pugile completo, capace di controllare il ring e imporre il proprio piano tattico.
La sua intelligenza pugilistica gli permise di scalare rapidamente le classifiche.
Titoli e successi
Tra la metà degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 conquistò vari titoli di prestigio:
Principali successi
- Campione italiano dei pesi superleggeri
- Campione europeo EBU dei superleggeri
- Campione mondiale WBA dei superleggeri
Il titolo mondiale arrivò nel 1966, quando sconfisse Carlos “Morocho” Hernández, diventando uno dei pochi italiani dell’epoca a coronare il sogno iridato.
Difese il titolo con orgoglio, diventando uno dei pugili italiani più rispettati sia a livello nazionale che internazionale.
Caratteristiche tecniche
Sandro Lopopolo era:
- Tecnico, pulito, elegante nello stile
- Dotato di ottima rapidità di braccia
- Maestro del colpo d’incontro
- Attento alla difesa e ai movimenti laterali
- Strategicamente molto lucido
Era considerato un pugile “alla scuola milanese”: preciso, intelligente, con una boxe fatta di classe più che di potenza.
Gli ultimi anni sul ring e il ritiro
Continuò a combattere ad alto livello fino ai primi anni ’70, quando decise di ritirarsi. Dopo il ritiro rimase nel mondo della boxe con ruoli tecnici e di supporto alle nuove generazioni di pugili, diventando un punto di riferimento per molti giovani atleti.
La vita dopo la boxe
Fu attivo nello sport lombardo e nel pugilato italiano, partecipando a eventi, incontri e attività associative. La sua immagine era quella di un campione serio, educato e rispettato da tutti.
La scomparsa
Sandro Lopopolo morì il 26 aprile 2014 all’età di 74 anni. La sua scomparsa suscitò grande commozione nel mondo del pugilato italiano, che lo ricordò come uno dei suoi campioni più raffinati e intelligenti.
Eredità
Lopopolo rimane un esempio di pugilato tecnico e pulito, simbolo di una generazione che ha reso grande la boxe italiana. La sua carriera, costellata di successi e di un titolo mondiale, è ancora oggi fonte di ispirazione per molti pugili e appassionati.
Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala, giornalista e campione olimpico
Fonte foto: Di sconosciuto – Cyber Boxing Zone, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=5339719
Alessandro “Sandro” Lopopolo, nato il 18 dicembre 1939 a Milano e morto il 26 aprile 2014, è stato uno dei pugili italiani più importanti degli anni ’60, noto per la sua eleganza tecnica, la precisione dei colpi e la grande intelligenza tattica. Campione italiano, europeo e mondiale, Lopopolo rimane una figura centrale nella storia della boxe italiana.
Gli inizi
Cresciuto in una famiglia milanese, Sandro si avvicinò alla boxe da ragazzo nei circoli sportivi cittadini. Sin dalle prime gare nelle categorie giovanili mostrò ottimi fondamentali, un talento naturale per il movimento del tronco e una grande capacità di leggere l’avversario.
La sua carriera da dilettante fu brillante, tanto da guadagnarsi un posto nella nazionale italiana.
Il grande risultato olimpico
Nel 1960 partecipò alle Olimpiadi di Roma, una delle edizioni più memorabili per l’Italia. Nella categoria dei superleggeri ottenne una splendida medaglia d’argento, perdendo solo in finale contro il formidabile Clemente García.
Quell’argento lo rese uno dei protagonisti della grande stagione olimpica del pugilato italiano, che vide emergere figure come Nino Benvenuti e Franco De Piccoli.
Il passaggio al professionismo
Lopopolo passò professionista nel 1961, portando con sé uno stile molto tecnico, basato su ritmo, precisione, mobilità e difesa accorta. Non era un picchiatore puro, ma un pugile completo, capace di controllare il ring e imporre il proprio piano tattico.
La sua intelligenza pugilistica gli permise di scalare rapidamente le classifiche.
Titoli e successi
Tra la metà degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 conquistò vari titoli di prestigio:
Principali successi
- Campione italiano dei pesi superleggeri
- Campione europeo EBU dei superleggeri
- Campione mondiale WBA dei superleggeri
Il titolo mondiale arrivò nel 1966, quando sconfisse Carlos “Morocho” Hernández, diventando uno dei pochi italiani dell’epoca a coronare il sogno iridato.
Difese il titolo con orgoglio, diventando uno dei pugili italiani più rispettati sia a livello nazionale che internazionale.
Caratteristiche tecniche
Sandro Lopopolo era:
- Tecnico, pulito, elegante nello stile
- Dotato di ottima rapidità di braccia
- Maestro del colpo d’incontro
- Attento alla difesa e ai movimenti laterali
- Strategicamente molto lucido
Era considerato un pugile “alla scuola milanese”: preciso, intelligente, con una boxe fatta di classe più che di potenza.
Gli ultimi anni sul ring e il ritiro
Continuò a combattere ad alto livello fino ai primi anni ’70, quando decise di ritirarsi. Dopo il ritiro rimase nel mondo della boxe con ruoli tecnici e di supporto alle nuove generazioni di pugili, diventando un punto di riferimento per molti giovani atleti.
La vita dopo la boxe
Fu attivo nello sport lombardo e nel pugilato italiano, partecipando a eventi, incontri e attività associative. La sua immagine era quella di un campione serio, educato e rispettato da tutti.
La scomparsa
Sandro Lopopolo morì il 26 aprile 2014 all’età di 74 anni. La sua scomparsa suscitò grande commozione nel mondo del pugilato italiano, che lo ricordò come uno dei suoi campioni più raffinati e intelligenti.
Eredità
Lopopolo rimane un esempio di pugilato tecnico e pulito, simbolo di una generazione che ha reso grande la boxe italiana. La sua carriera, costellata di successi e di un titolo mondiale, è ancora oggi fonte di ispirazione per molti pugili e appassionati.
Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala, giornalista e campione olimpico
Fonte foto: Di sconosciuto – Cyber Boxing Zone, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=5339719


