Fantasia, equilibrio ed espressività: la scuola di circo sociale e pedagogico “Tribulè” protagonista all’Open day di fine progetto, il 30 maggio
Storie di sport e passione che diventano racconti di vita. Nell’ambito del progetto sportivo nazionale “Sport di squadra e gioco a scuola”, promosso da AiCS e finanziato dal Ministro dello Sport attraverso il Dipartimento Sport della Presidenza del Consiglio dei ministri, il comitato AiCS di Viterbo (tra i 26 aderenti), a Ronciglione, ha unito lo sport alle arti circensi e creato laboratori playground per mettere insieme l’attività fisica, la fantasia, l’equilibrio, l’ambiente e le persone. Ronciglione sta vivendo così una nuova fase fatta di circo sociale, l’ultima del maxiprogetto “Sport di Squadra e Gioco a Scuola”. Un’altra avventura per i ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Virgili”, tutti a lezione di circo con l’associazione Tribulé ogni mercoledì dalle 10 alle 13 e giovedì dalle 15 alle 16.
Il circo per fare sport. Questa la nuova scommessa della presidente AiCS Viterbo Federica Chiricozzi che, attraverso la lente del circo sociale, accresce le competenze dei bambini con esperienze innovative. Al “Virgili”, sono in corso anche i preparativi per la festa di chiusura del 30 maggio. E si prospetta un pomeriggio sfavillante insieme con famiglie e amici.
Superamento dei limiti, partecipazione e azione è quanto si mette in pratica in questo modo nel viterbese. Ad aggiungere passione e originalità sono Valentina e Chiara Tartaglia che, sotto la guida del maestro Eugenio Di Vito, danzatore e acrobata, hanno creato una realtà propria composta da associazionismo, formazione e arti circensi. La magia che si respira nei loro spettacoli ha conquistato la Presidente del Comitato AiCS che li ha voluti nel programma di Sport di Squadra e Gioco a Scuola, includendo il circo che aiuta le persone emarginate o a rischio. Quel ‘Circo’ che da pratica antica, risalente agli Egizi e ai romani, si è trasformata in metodo formativo pedagogico capace di dare voce alle varie personalità e attitudini, mutamento avvenuto nell’Europa dello scorso secolo. Con le sorelle Tartaglia si parla di ‘Altrocirco’ e ‘CircoSfera’. Tribulé è l’insieme di tre anime e più specialità: Valentina, naturopata e appassionata di piante, è impegnata nel benessere sociale e ambientale e organizza passeggiate formative sulle piante spontanee. Chiara è insegnante di yoga (Hatha e Vinyasa) e di arrampicata, mentre Eugenio arriva dal teatro-danza e insegna yoga Ashtanga, gioca basket e allena, oltre a girare l’Italia con il circo.
Dallo scorso anno Tribulé – nata nel 2023 – è diventata anche ASD e lavora programmando per classe d’età, dai 3 ai 5, dai 6 ai 9, dai 10 ai 15. Parla agli adulti e lavora con i laboratori playground che connettono persona e ambiente. Valentina spiega: “le nostre attività comprendono tutte le discipline del circo: acrobatica a terra e aerea, equilibrismo, giocoleria. Tutte vengono utilizzate come strumento trasformativo socioculturale oltre che personale – approfondisce la naturopata – ‘piegando’ le tecniche circensi in base alla necessità dei gruppi, delle varie fasce d’età e di ogni singolo utente”. A Ronciglione Valentina, Chiara ed Eugenio strutturano giochi e percorsi, escludono dal piano formativo soltanto l’acrobatica aerea, e si interfacciano con quattro classi per un’ora ciascuno di lezione a settimana. Questa è la prima esperienza con AiCS ma gli obiettivi sono comuni e le sinergie con le altre associazioni coinvolte sono proficue. “L’anno scorso Federica (presidente AiCS Viterbo) è venuta a un nostro spettacolo di cabaret al teatro Maurizio Fiorani di Canale Monterano ed è rimasta entusiasta del nostro lavoro. Siamo rimasti in contatto fin quando, anche grazie al suo aiuto, l’idea di aprire una ASD si è concretizzata”, racconta Valentina Tartaglia avvalorando il lavoro del costruire reti del Comitato.
Eugenio Di Vito l’amore per il circo lo ha sviluppato nel tempo rispondendo alle esigenze umane e artistiche, in scena e con l’insegnamento. “Ho l’impressione che le due domande fondamentali siano: a chi mi rivolto? Cosa trasmetto?”. Riconosce al circo la potenza educativa della disciplina tecnica e sportiva combinate al coinvolgimento giocoso e all’espressione artistica. Sostiene: “gli attrezzi di circo non sono altro che giochi colorati ma per poterli utilizzare occorre un grande allenamento – spiega – il coinvolgimento dei “giochi” di circo generano un coinvolgimento trasversale a prescindere dall’età, genere, cultura di provenienza e capacità fisiche e psichiche di partenza”.
Di Vito capovolge il senso come l’acrobata l’equilibrio e spiega che il gioco fatto del rispetto rigoroso delle regole e degli altri partecipanti nel circo chiama in causa anche il “tempo divertimento” fatto di espressività, coinvolgimento, concentrazione, sfida e disciplina. “Alcune delle regole del nostro gioco del circo sono proprio la capacità di muoversi e coordinarsi con i movimenti acrobatici e di equilibrismi. Il risultato atteso è proprio che i ragazzi siano in grado di giocare al circo”. Chiude sul diverso significato del verbo “to play” nella lingua inglese: “viene utilizzato per indicare il giocare dei bambini come il recitare, il suonare e l’esprimersi”.
I ragazzi di Ronciglione si misurano con la vena artistica ed espressiva del fare sport.