Tarquinio Provini (nato il 29 maggio 1933 a Roveleto di Cadeo, Piacenza – morto il 6 gennaio 2005 a Bologna) è stato uno dei più grandi piloti motociclistici italiani, noto per la sua grinta, il talento e la determinazione. È ricordato come una vera leggenda del motociclismo internazionale.
Carriera sportiva
Provini crebbe nell’officina del padre e sviluppò fin da bambino una forte passione per i motori. Partecipò alla sua prima gara a soli 16 anni, ma fu squalificato per l’età; determinato a correre, si presentò alle gare usando la licenza dello zio, ottenendo presto grandi successi a livello locale.
Nel 1954 debuttò nel Motomondiale con la FB Mondial, vincendo subito il Gran Premio di Spagna nella classe 125. Nel 1957 vinse il titolo mondiale 125cc con la Mondial, e l’anno successivo il titolo mondiale 250cc con la MV Agusta.
Passato poi alla Moto Morini, fu protagonista nel 1963 di una delle sfide più leggendarie del motociclismo, contendendo il mondiale 250cc a Jim Redman della Honda. Provini perse il titolo per soli due punti nell’ultima gara della stagione in Giappone.
Nel 1966, durante il Tourist Trophy dell’Isola di Man, fu vittima di un grave incidente che gli causò danni permanenti alla colonna vertebrale e lo costrinse al ritiro dalle competizioni.
Palmarès
- 2 titoli mondiali: 125cc (1957), 250cc (1958)
- 20 vittorie e 39 podi in 50 gare del Motomondiale
- 4 vittorie al Tourist Trophy dell’Isola di Man
- 13 titoli di campione italiano
Vita dopo le corse
Dopo l’incidente e il ritiro, Provini fondò a Bologna la Protar, azienda specializzata nella produzione di modellini in scala di motociclette da corsa. La Protar divenne ben presto un punto di riferimento per appassionati e collezionisti.
Eredità
Tarquinio Provini è scomparso nel 2005 all’età di 71 anni. La sua carriera, costruita sulla passione, la competenza tecnica e il coraggio, lo ha consacrato come una delle figure più importanti del motociclismo italiano e mondiale.
Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala – giornalista e campione olimpico
Fonte foto: Di Wim van Rossem per Anefo – http://proxy.handle.net/10648/a997708c-d0b4-102d-bcf8-003048976d84, CC0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=75274665
Tarquinio Provini (nato il 29 maggio 1933 a Roveleto di Cadeo, Piacenza – morto il 6 gennaio 2005 a Bologna) è stato uno dei più grandi piloti motociclistici italiani, noto per la sua grinta, il talento e la determinazione. È ricordato come una vera leggenda del motociclismo internazionale.
Carriera sportiva
Provini crebbe nell’officina del padre e sviluppò fin da bambino una forte passione per i motori. Partecipò alla sua prima gara a soli 16 anni, ma fu squalificato per l’età; determinato a correre, si presentò alle gare usando la licenza dello zio, ottenendo presto grandi successi a livello locale.
Nel 1954 debuttò nel Motomondiale con la FB Mondial, vincendo subito il Gran Premio di Spagna nella classe 125. Nel 1957 vinse il titolo mondiale 125cc con la Mondial, e l’anno successivo il titolo mondiale 250cc con la MV Agusta.
Passato poi alla Moto Morini, fu protagonista nel 1963 di una delle sfide più leggendarie del motociclismo, contendendo il mondiale 250cc a Jim Redman della Honda. Provini perse il titolo per soli due punti nell’ultima gara della stagione in Giappone.
Nel 1966, durante il Tourist Trophy dell’Isola di Man, fu vittima di un grave incidente che gli causò danni permanenti alla colonna vertebrale e lo costrinse al ritiro dalle competizioni.
Palmarès
- 2 titoli mondiali: 125cc (1957), 250cc (1958)
- 20 vittorie e 39 podi in 50 gare del Motomondiale
- 4 vittorie al Tourist Trophy dell’Isola di Man
- 13 titoli di campione italiano
Vita dopo le corse
Dopo l’incidente e il ritiro, Provini fondò a Bologna la Protar, azienda specializzata nella produzione di modellini in scala di motociclette da corsa. La Protar divenne ben presto un punto di riferimento per appassionati e collezionisti.
Eredità
Tarquinio Provini è scomparso nel 2005 all’età di 71 anni. La sua carriera, costruita sulla passione, la competenza tecnica e il coraggio, lo ha consacrato come una delle figure più importanti del motociclismo italiano e mondiale.
Da Wikisport.eu, enciclopedia mondiale dello sport a cura di Daniele Masala – giornalista e campione olimpico
Fonte foto: Di Wim van Rossem per Anefo – http://proxy.handle.net/10648/a997708c-d0b4-102d-bcf8-003048976d84, CC0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=75274665